Assisi, città di pietra, fede e memoria

Tra le pendici del Monte Subasio e la piana umbra, Assisi racconta secoli di storia, spiritualità e arte. Culla di San Francesco e Santa Chiara, è oggi simbolo universale di pace.

Adagiata sul versante nord-occidentale del Monte Subasio, Assisi domina con sobria eleganza la Valle Umbra, a circa 26 chilometri da Perugia. Conta poco più di 27.000 abitanti, ma la sua fama e il suo spirito superano di gran lunga i confini geografici. Qui vissero san Francesco, patrono d’Italia, e santa Chiara, fondatrice delle Clarisse. Le loro vite e opere plasmarono non solo la città, ma anche l’identità culturale e religiosa dell’Occidente.


Un clima tra collina e montagna

La posizione collinare regala ad Assisi un clima temperato e gradevole. Le estati sono calde ma raramente afose, mentre gli inverni non troppo rigidi vengono talvolta rinfrescati dai venti di tramontana che scendono dal Subasio. La neve si mostra di rado e mai in quantità abbondante. Primavera e autunno, invece, si distinguono per piogge frequenti e temperature miti.

Nelle zone pianeggianti del comune, le estati sono più calde e umide, con possibili afa e nebbie persistenti nei mesi freddi. Le alture a nord, verso Nocera Umbra e Valfabbrica, assumono invece un carattere più montano: inverni rigidi, estati fresche e ventilate, e neve più frequente.


Una storia lunga millenni

Le prime tracce di insediamento nel territorio risalgono al Neolitico, ma è in epoca villanoviana (IX-VIII secolo a.C.) che il villaggio umbro prende forma. Rapporti con gli Etruschi e poi la conquista romana nel 295 a.C. ne segnano l’evoluzione. I Romani chiamarono la città Asisium, e la trasformarono in municipium nel 89 a.C., arricchendola di edifici pubblici, templi e un foro.

Con la diffusione del cristianesimo, grazie all’opera del vescovo San Rufino, Assisi entra nella sfera religiosa. Dopo la caduta dell’Impero romano, subisce invasioni e saccheggi: Goti, Bizantini e Longobardi si alternano al potere. Nel 1174, Federico Barbarossa la conquista, ma nel 1198 il popolo si ribella, scacciando il duca Corrado di Lutzen.

Proprio in quegli anni nasce Francesco di Pietro di Bernardone, destinato a diventare San Francesco, figura centrale della spiritualità cristiana. Poco dopo, anche Santa Chiara inizia il suo cammino di fede ad Assisi. La città, allora guelfa, affronta assedi e conflitti interni, prima di passare sotto l’influenza papale e dei vari signori umbri e marchigiani: Visconti, Montefeltro, Fortebraccio e infine gli Sforza.

Nel 1442, l’assedio del condottiero Niccolò Piccinino segna uno dei momenti più duri della sua storia, ma Assisi sopravvive. Le faide tra le famiglie Nepis e Fiumi continuano fino al 1542, quando l’intervento del papa Paolo III riporta stabilità.


Rinascita, pellegrinaggi e resistenza

Nel Seicento la città conosce un nuovo fermento culturale, interrotto solo dalle guerre napoleoniche e dai saccheggi. Con l’unità d’Italia (1860), Assisi si apre al mondo. La riscoperta delle tombe di San Francesco e Santa Chiara, nel XIX secolo, rilancia il culto e l’economia locale, con il turismo religioso come motore principale.

Durante la Seconda guerra mondiale, Assisi scrive una delle pagine più nobili della sua storia recente. Dopo l’8 settembre 1943, accoglie centinaia di profughi, tra cui oltre 300 ebrei. Grazie all’azione coraggiosa del vescovo Giuseppe Placido Nicolini, del sacerdote Aldo Brunacci e del frate Rufino Niccacci, la città diventa centro nevralgico della resistenza civile contro l’Olocausto. Con l’aiuto di cittadini come Luigi e Trento Brizi, che stampano falsi documenti d’identità nel retrobottega di un negozio di souvenir, nessun ebreo sarà deportato da Assisi.

Il colonnello tedesco Valentin Müller, convinto dalla rete umanitaria, dichiara Assisi “zona ospedaliera franca”, salvandola anche dalla distruzione.


Simboli, spiritualità e riconoscimenti

Nel 2004, la città riceve la Medaglia d’oro al Merito Civile per il coraggio e l’umanità dimostrati durante la guerra. Nel 2011, lo stemma e il gonfalone comunale vengono ufficializzati con il motto “Seraphica Civitas”, omaggio alla figura di San Francesco.

Ma il riconoscimento più alto arriva nel 2000, quando l’UNESCO inserisce la città nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il sito include non solo il centro storico e la Basilica di San Francesco, ma anche i luoghi della sua vita e predicazione: San Damiano, l’Eremo delle Carceri, il Santuario di Rivotorto, Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola.

Categorie: News

1 commento

A WordPress Commenter · Luglio 19, 2024 alle 8:09 am

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